Lo trovo al cinema, e l’esordio è già pessimo: quando osservo che il film potrebbe essere pesante mi risponde che lui, dopo Le chiavi di casa, può vedere tutto e ha infatti programmato una maratona Via col Vento – Rossella con la sua amica cinofila. Perché lui è resistente a tutto.
Tesoro, penso, ci sono modi più produttivi di massacrarsi i coglioni. Se proprio hai voglia di soffrire posso costellarti lo scroto di pinzette mordaci e dipingere sulla tua schiena un simil-Pollock con cere calde policrome… questo sì che lascerebbe il segno!
Io, eccessivamente elegante, tengo la conversazione sul basso profilo, facendo esperimenti di understatement. Lui, malvestito, sciorina competenze cinematografiche, estetiche, matematiche e chi più ne ha più ne metta. A film finito, resta a controllare se ha azzeccato tutti gli attori secondari, le comparse, se ha riconosciuto i comprimari, se la mano del truccatore è quella che dice lui o se si sbagliava. Perché lui sta imparando a riconoscerli tutti.
Comincio a credere che si tratti di un personaggio di Carlo Verdone e cerco un pezzo di carta per chiedergli un autografo… facciamo un giro, anzi due, attorno agli stessi, soliti isolati nel raggio di poche decine di metri dal cinema. Inizia un balletto oratorio poco coordinato, attacca un pippone sulla matematica, si scaglia contro i logici, salta di palo in frasca tra università e amicizie froce. Perché quello che fa lui è più difficile, più arduo, più lungo, più abbondante di quello che fanno tutti gli altri. Sospetto che ci sia un problema di compensazione e al San Tommaso che è in me prendono a prudere le mani.
Capisce che se non mi invita a casa io lo scaglio in Arno e gli tappo la bocca con una nutria morta. Gli lascio fare e dire tutto e mi riservo la possibilità di dire no in qualsiasi istante, con eleganza, che è tutto quello con cui sono uscito stasera.
Astemio, chitarrista, cattolica, colleziona pacchetti di sigarette (“posso mostrarti la mia collezione di pacchetti di sigarette?” diventerà tra qualche anno, penso io “posso mostrarti la mia collezione di lastre polmonari con le fasi del mio cancro?”). La sua coinquilina gli fa tutte le mattine un’iniezione di buscofen perché soffre di non so quali indicibili et lancinanti dolori muscolari. Mi guardo attorno in cerca di una nutria da sventrare…
Cattolica per davvero, è un pacchetto di disperazione sociale con accluso anulare destro ornato di cerchietto per recitare il rosario e cresima ad anni 10. Tra San Tommaso e il demonio, s’insinua la voglia di commettere la bastardata peccaminosa. Le mani prudono e mi pizzica la voglia di fare inciampare il credente. S’accresce la possessione demoniaca, smetto l’abito dell’elegante con understatement, precipito il discorso sulla lussuria (“Non mi fido dell’amore, ho sentito troppe dichiarazioni d’amore. Ma mi fido della lussuria, in tutto e per tutto”) e verso la sua stanza. Sul pomello della testiera del letto a una piazza e mezzo stanno non uno ma ben due rosari in legno, sopra il letto il Crocefisso adorno di due foglioline striminzite d’ulivo. Tutte le fantasie si coagulano improvvisamente in un’immagine degna del primo Almodovar, irresistibile.
Dieci minuti dopo, l’eleganza lasciata col cappotto nell’ingresso, l’ho steso supino sul letto con la testa sollevata da due cuscini, gli sono sopra e scopro che quanto a pompe il ragazzo è un incapace ma poco importa; gli scopo la bocca, gli afferro la nuca, premo, l’importante è che lui succhi il mio uccello e mi guardi beato mentre io ghigno sardonicamente in faccia a dio in croce.
- Insomma il matematico piace al filosofo?
- Ricordati che sei solo parte di uno studio scientifico sul pompino.Etichette: chiesa, date, frammenti di diario mitico, orgasmo, pompino