29 settembre 2006

#1 - La fine della querula

La guardo, e mi accorgo con piacere che mi sta guardando. So che sta per fare la domanda fatidica, che ho atteso a lungo preparando per giorni e notti la risposta a effetto. Attraverso la folla come se non esistesse, defalco gli impedimenti della materia come guidato da forze magnetiche, sono a pochi passi da lei ed ecco…
“Qual è stato l’ultimo libro che hai letto?”, profferisce seducente una sgraziata bambolina russa con delle natiche da fare invidia a Giunone. Mi volto verso di lei sfoderando un sorriso a sessantaquattro denti e rispondo allusivo:
“Come fare davvero male in 10 lezioni. Manuale sicuro del sesso sadomaso lesbico”. E tiro dritto certo di averla stesa, pronto a fare partire la marcia trionfale dell’Aida sul lettore MP3 -se solo funzionasse! Allora fingo che un coro angelico stia per intonare la marcia trionfale dell’Aida (per la cronaca: nella sequenza precedente c’era un’evocativa cavalcata delle valchirie). Ma serafini e cherubini s’interrompono al primo trillo di trombe: la creatura insiste.
Insiste?! Sono assalito dalla frustrazione, sono indispettito, sono colto da una forma divina di disappunto, sono Barbara D’Urso quando s’è rotta un’unghia. Sembra che “il Deuteronomio” funzionasse meglio. Devo trovare un’altra risposta per la prossima volta.
“Posso farti un’altra domanda?”
“No”, e continuo per la mia strada, quando la vocetta querula mi interpella ancora. Dapprima ho una sensazione di spaesamento misto a incredulità, poi di irrigidimento dei nervi del collo, alla fine mi sento divenire la signora Hulk quando il marito tira tardi la sera.
La querula: “Perché?”
Perché?! Devo darne conto a te? Insolente. Adesso ti indico il tuo giusto posto nel mondo.
Mi volto con l’espressione comprensiva e pacifica di un panzer a Stalingrado nel ’43. E mi scateno, con tutti i demoni dell’Inferno seduti sulle panchine a prendere appunti.

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