29 ottobre 2006

#5 - Mina Meteorologica

E non so perché quello che (ti) voglio dire poi lo scrivo dentro un blog
non so neanche se lo leggerai o resterà soltanto un'altra fragile illusione
però stasera mi rilasso
penso
e scrivo un post
…e non vorrei sfiorare l’equilibrio dei pensieri

Le immagini dal satellite mostrano che l’addensamento di nubi si sta lentamente spostando a ovest della nostra regione. Il fronte nuvoloso ci lascia con brevi rovesci e piovaschi, mai a carattere temporalesco…la luna imbiancherà gocce che rigano il viso…

Un fronte freddo caratterizzato da alta pressione avanza da nord-est spingendo verso sud-ovest grandi masse d’aria umida…facciamo che tutto sia un sentimento di raso…

Una perturbazione d’aria calda e umida permane al centro e porterà alla formazione di banchi di nebbia notturni, si raccomanda pertanto prudenza alla guida…e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai…ha il respiro un po’ caldo…ma non so se poi farlo…

Situazione in netto miglioramento al sud, dove torna il cielo sereno…preferisco stare qui da solo che con una finta compagnia…

Le temperature sono in forte abbassamento a nord e a sud, mentre si mantengono sopra la media stagionale al centro…parla, fa’ qualcosa…sbatti qualche porta, mandami dei fiori anche se non sono morta…

I venti spireranno con forza da nord-est. Il mare sarà senza onde è tanto grande navigando senza vele…

E adesso ecco le previsioni per i prossimi giorni: “Spaventati per la tua squisita bellezza. Impazzisci all'idea di quanto sei meraviglioso.” È l’elisir, tirati su, mandalo giù…

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24 ottobre 2006

#4 - Suicidio ottativo

Erano seduti sul muretto di una ringhiera. Lei uno strazio singhiozzante, l’italiano balbettato. Ho pensato che deve essere difficile piangere in lingua straniera. A fianco a lei il suo ragazzo africano, inconsolabile quanto lei, aveva perso il lavoro, era destinato al rimpatrio, la loro storia era finita. Ho assistito al dramma: prendersi cura della badante dell’est? E non ho alzato un dito.
È iniziato tutto così. Non ho iniziato a sprofondare, ho iniziato a decompormi, ero già morto ed essermene reso conto ha portato solo al compimento di atti conseguenti, fino a stanotte.
Non ho retto il peso dell’inaffidabilità delle relazioni che io stesso ho costruito, le ho portate al punto di rottura per poi spezzarmi io stesso. Una crepa e uno crepa. Devo molte scuse, per le promesse non mantenute, per le speranze che qualcun_ ripone in me, per avere lasciato sola qualcun’altra. Chiedo scusa a tutte le Paole della mia vita, alle quali mi lega un affetto che va al di là dei gesti e delle parole e delle distanze. Livio, Orsola e Mimmo capiranno, Sonia e Camillo mi ricorderanno: scusatemi se mi porto via un pezzo dei vostri affetti, e se lo faccio così. Corro a Francesca, Vanessa, Michele e Mario senza i quali l’Olanda sarebbe stata una tortura, penso alle mie amiche Fiorelle e a tutta l’energia che mi hanno dato, penso alle decine di amiche e amici spars_ per l’Italia e l’Europa. Vi chiedo scusa, con la poca umiltà del codardo. Penso alle facce sgomente di tutti coloro che conosco in questa città, quando apprenderanno la notizia, e mi dico che immaginarsi tale sgomento è l’estremo atto ottimista cui ci si possa abbandonare: immaginarsi che ci sia un sacco di gente che ti vuole così bene. A sgomentare non sono io, è l’atto in sé e i secoli di condanna che pesano su di esso. Piuttosto, ci sono tre crimini di cui mi macchio: sottrarmi alle chiamate urgenti di mia cugina, per cui ero l’estrema risorsa; togliere, fosse anche per un solo istante, il sorriso a Linda e Ciccio, perché intristirli consapevolmente è una pura cattiveria e neanche Satana dovrebbe far loro versare una lacrima; fare questo a Marica, il tradimento di Giuda. Se sono disposto a compierli questi tre crimini imperdonabili, allora abbiamo la riprova che sono già morto. Non ci sono scuse, né pentimenti, né punizioni. L’eterogenesi dei fini è l’unica, balbuziente speranza; ormai vox media.

Fabio, grazie.

Sul tavolo della scrivania ci sono i soldi dell’affitto e un anticipo delle bollette. Le bozze del libro sono nel PC, incompiute; non riesco neppure ad attingere all’ironia che la mia prima pubblicazione sia già postuma. Ho lasciato la lista di persone da chiamare perché non credo che leggeranno questo blog. Credo che gli organi si possano donare, ma purtroppo non sono riuscito a trovare informazioni.

Non cercatemi: è troppo tardi.

E smettetela di mangiarvi le unghie, quel ticchettio vorace è come sentire i ratti che ti sgranocchiano le ossa senza avere la pietà di farti perdere i sensi. Atroce.

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07 ottobre 2006

#3 – San Giusto?

Sullo sfondo dei lavori pubblici che paiono postnucleari, l’occhio zooma improvvisamente verso un particolare bello come l’acqua nel deserto. Un velocipede fiacco s’inerpica per la salita del soprapassaggio ferroviario. Lo guida l’oggetto del desiderio. Oh felice coincidenza, cosa mai farai in questi luoghi?
Mentre l’anelito che sempre cova cresce e assurge a fuoco dell’entusiasmo divino che brucia sottopelle, Ermete stesso mi mette le ali ai piedi e un anziano rapsodo fieristico appare dal nulla con il suo organetto ligneo e ne scaturisce una musica che fa brillare la scena di una patina hollywoodiana
Ma dove vai, bellezza in bicicletta

Così di fretta pedalando con ardor

Signore dei cieli miracoloso che dispieghi tutta la tua potenza!
Ma dove vai, con i capelli al vento

Col cuor contento e col sorriso incantator

Se tu lo vuoi, o prima o poi, arriveremo sul traguardo dell’amor

È Apollo che mi supporta con le sue muse che si fanno belle époque per l’occasione.
Se incontriamo una salita io ti sospingerò

E stringendoti alla vita d’amor ti parlerò

Dodici litri d’acqua lo rallentano, e con l’ingegno di Atena so già che la mano solleverà quell’acqua ed Egli si volterà con sorpresa, sollevato a sua volta e come turbato…
Ma dove vai, bellezza in bicicletta

Non aver fretta resta un poco sul mio cuor

Lascia la bici, dammi i tuoi baci

È tanto bello tanto bello far l’amor

…e io lo stenderò con un sorriso gentile e bello e fatale come la vista di Afrodite.
Ma se una maschietta in bicicletta passer

Vedrai che ognuno là per là
La testa girerà
di novanta gradi in avanti, per agevolare la caduta della faccia. Maledette lesbiche con i capelli corti e le spalle larghe! Oh tragica coincidenza, ché dovevo già sapere assai bene che lui niente ha a che spartire con questi luoghi! Altro che fischi per fiaschi! altro che lucciole per lanterne! né ho scambiato l’oro nobile col vile piombo! Ho visto un rovo bruciacchiato e l’ho preso per un fuoco divino! Ah, me misero me tapino! Dal terreno si lascia inghiottire la mia ombra, chiedendo asilo presso Ade, mentre io mi presto fino alla cima dell’erta, dove infine sento abbattersi il martello di Vulcano sull’animo ancora non temperato.
Parte un Pisa-Firenze, ed è un sussulto di etica che m’impedisce d’importunare terzi vessandoli con ritardi ferroviari che non meritano, e fa sì che non mi lasci e cada come corpo morto cade.
E pur nell’autoinganno mi scopro ancora eroe, capace di ingannare me stesso come Bismark Napoleone.
Solo, cambio religione!

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05 ottobre 2006

#2 – Pane Al Pane

L’altro: peccato il limite d’età… bella testa... nn erere confini in cui rinchiuderti

P-sano: I confini separano due entità distinte. Preferisco le frontiere, da spostare sempre più in là. In merito all’età… l’immagine ha il solo scopo di presentare il prodotto.

L’altro: Touché! però vedi li buon voltarire diceva che" il vero viaggio di scoperta nn consiste nel cercare nuove terre ma avere nuovi occhi" confermando ciò che lao tze sostiene " se vedi solo ciò che la luce rivela ed odi solo ciò che il suono comunica in realta nn vedi e nn senti " a riprova di quanto già epicuro scriveva " se vivi secondo natura nn sarai mai povero, secondo le opinioni nn sarai mai ricco. Resta solo la variabile tempo perchè per dirla con cicerone " nessuno è tanto vecchio da nn sperare di vivere ancora un giorno ne tanto giovane da essere sicuro di vivere ancora un giorno”e allora cosa aspettiamo E allora che stiamo aspettando? :-) [foto allegata]

P-sano: Godot

Nota di antropologia del cyberspazio gayo: per cause che qui non indagheremo, i siti dedicati allo scambio di messaggi tra gay e lesbiche di tutto il Villaggio Globale sono decisamente più sviluppati di quelli etero. Conoscersi tramite questi siti, per quanto possa apparire squallido al lettore eterosessuale, magari affetto da ideale romantico, è assai frequente nella comunità gaya (almeno quanto la lamentazione di non potersi conoscere “normalmente”) e solitamente seguito da incontri dal vivo che hanno portato allo svilupparsi di un fiorente turismo sessuale gratuito su scala per lo meno nazionale. Altrettanto normale che la piazza, lascia spazio a brutti incontri e sfoghi cinici. Epigoni della querula ovunque…

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