24 ottobre 2006

#4 - Suicidio ottativo

Erano seduti sul muretto di una ringhiera. Lei uno strazio singhiozzante, l’italiano balbettato. Ho pensato che deve essere difficile piangere in lingua straniera. A fianco a lei il suo ragazzo africano, inconsolabile quanto lei, aveva perso il lavoro, era destinato al rimpatrio, la loro storia era finita. Ho assistito al dramma: prendersi cura della badante dell’est? E non ho alzato un dito.
È iniziato tutto così. Non ho iniziato a sprofondare, ho iniziato a decompormi, ero già morto ed essermene reso conto ha portato solo al compimento di atti conseguenti, fino a stanotte.
Non ho retto il peso dell’inaffidabilità delle relazioni che io stesso ho costruito, le ho portate al punto di rottura per poi spezzarmi io stesso. Una crepa e uno crepa. Devo molte scuse, per le promesse non mantenute, per le speranze che qualcun_ ripone in me, per avere lasciato sola qualcun’altra. Chiedo scusa a tutte le Paole della mia vita, alle quali mi lega un affetto che va al di là dei gesti e delle parole e delle distanze. Livio, Orsola e Mimmo capiranno, Sonia e Camillo mi ricorderanno: scusatemi se mi porto via un pezzo dei vostri affetti, e se lo faccio così. Corro a Francesca, Vanessa, Michele e Mario senza i quali l’Olanda sarebbe stata una tortura, penso alle mie amiche Fiorelle e a tutta l’energia che mi hanno dato, penso alle decine di amiche e amici spars_ per l’Italia e l’Europa. Vi chiedo scusa, con la poca umiltà del codardo. Penso alle facce sgomente di tutti coloro che conosco in questa città, quando apprenderanno la notizia, e mi dico che immaginarsi tale sgomento è l’estremo atto ottimista cui ci si possa abbandonare: immaginarsi che ci sia un sacco di gente che ti vuole così bene. A sgomentare non sono io, è l’atto in sé e i secoli di condanna che pesano su di esso. Piuttosto, ci sono tre crimini di cui mi macchio: sottrarmi alle chiamate urgenti di mia cugina, per cui ero l’estrema risorsa; togliere, fosse anche per un solo istante, il sorriso a Linda e Ciccio, perché intristirli consapevolmente è una pura cattiveria e neanche Satana dovrebbe far loro versare una lacrima; fare questo a Marica, il tradimento di Giuda. Se sono disposto a compierli questi tre crimini imperdonabili, allora abbiamo la riprova che sono già morto. Non ci sono scuse, né pentimenti, né punizioni. L’eterogenesi dei fini è l’unica, balbuziente speranza; ormai vox media.

Fabio, grazie.

Sul tavolo della scrivania ci sono i soldi dell’affitto e un anticipo delle bollette. Le bozze del libro sono nel PC, incompiute; non riesco neppure ad attingere all’ironia che la mia prima pubblicazione sia già postuma. Ho lasciato la lista di persone da chiamare perché non credo che leggeranno questo blog. Credo che gli organi si possano donare, ma purtroppo non sono riuscito a trovare informazioni.

Non cercatemi: è troppo tardi.

E smettetela di mangiarvi le unghie, quel ticchettio vorace è come sentire i ratti che ti sgranocchiano le ossa senza avere la pietà di farti perdere i sensi. Atroce.

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5 Comments:

Anonymous Anonimo said...

don't do it!

26 ottobre, 2006 22:48  
Anonymous Anonimo said...

Embè?? ancora qua stai?

28 ottobre, 2006 01:35  
Anonymous Anonimo said...

Ma lo sai che mi hai fatto spaventare abbastanza da farmi scrivere ansioso un messaggio notturno al caporigattiere?
In tema di ottativi: voglia il cielo che tu stia meglio, ora. A presto,
Francescoca.

29 ottobre, 2006 02:41  
Blogger si-culo said...

Sì, ho saputo, e ne sono piacevolmente stupito. Grazie.

Sto meglio. Lo vedrete piano piano.

A presto.

29 ottobre, 2006 11:01  
Anonymous Anonimo said...

bravo bravo!!!
così si fa??????????
io vado verso la vecchiaia e tu mi fai prendere 'sti colpi che potrebbero far cedere il miol povero cuore!!!
ohioi ohimmei......
ancora palpito.....

03 novembre, 2006 09:52  

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