#3 – San Giusto?
Sullo sfondo dei lavori pubblici che paiono postnucleari, l’occhio zooma improvvisamente verso un particolare bello come l’acqua nel deserto. Un velocipede fiacco s’inerpica per la salita del soprapassaggio ferroviario. Lo guida l’oggetto del desiderio. Oh felice coincidenza, cosa mai farai in questi luoghi?
Mentre l’anelito che sempre cova cresce e assurge a fuoco dell’entusiasmo divino che brucia sottopelle, Ermete stesso mi mette le ali ai piedi e un anziano rapsodo fieristico appare dal nulla con il suo organetto ligneo e ne scaturisce una musica che fa brillare la scena di una patina hollywoodiana
Ma dove vai, bellezza in bicicletta
Così di fretta pedalando con ardor
Signore dei cieli miracoloso che dispieghi tutta la tua potenza!
Ma dove vai, con i capelli al vento
Col cuor contento e col sorriso incantator
Se tu lo vuoi, o prima o poi, arriveremo sul traguardo dell’amor
È Apollo che mi supporta con le sue muse che si fanno belle époque per l’occasione.
Se incontriamo una salita io ti sospingerò
E stringendoti alla vita d’amor ti parlerò
Dodici litri d’acqua lo rallentano, e con l’ingegno di Atena so già che la mano solleverà quell’acqua ed Egli si volterà con sorpresa, sollevato a sua volta e come turbato…
Ma dove vai, bellezza in bicicletta
Non aver fretta resta un poco sul mio cuor
Lascia la bici, dammi i tuoi baci
È tanto bello tanto bello far l’amor
…e io lo stenderò con un sorriso gentile e bello e fatale come la vista di Afrodite.
Ma se una maschietta in bicicletta passer
Vedrai che ognuno là per là
La testa girerà di novanta gradi in avanti, per agevolare la caduta della faccia. Maledette lesbiche con i capelli corti e le spalle larghe! Oh tragica coincidenza, ché dovevo già sapere assai bene che lui niente ha a che spartire con questi luoghi! Altro che fischi per fiaschi! altro che lucciole per lanterne! né ho scambiato l’oro nobile col vile piombo! Ho visto un rovo bruciacchiato e l’ho preso per un fuoco divino! Ah, me misero me tapino! Dal terreno si lascia inghiottire la mia ombra, chiedendo asilo presso Ade, mentre io mi presto fino alla cima dell’erta, dove infine sento abbattersi il martello di Vulcano sull’animo ancora non temperato.
Mentre l’anelito che sempre cova cresce e assurge a fuoco dell’entusiasmo divino che brucia sottopelle, Ermete stesso mi mette le ali ai piedi e un anziano rapsodo fieristico appare dal nulla con il suo organetto ligneo e ne scaturisce una musica che fa brillare la scena di una patina hollywoodiana
Ma dove vai, bellezza in bicicletta
Così di fretta pedalando con ardor
Signore dei cieli miracoloso che dispieghi tutta la tua potenza!
Ma dove vai, con i capelli al vento
Col cuor contento e col sorriso incantator
Se tu lo vuoi, o prima o poi, arriveremo sul traguardo dell’amor
È Apollo che mi supporta con le sue muse che si fanno belle époque per l’occasione.
Se incontriamo una salita io ti sospingerò
E stringendoti alla vita d’amor ti parlerò
Dodici litri d’acqua lo rallentano, e con l’ingegno di Atena so già che la mano solleverà quell’acqua ed Egli si volterà con sorpresa, sollevato a sua volta e come turbato…
Ma dove vai, bellezza in bicicletta
Non aver fretta resta un poco sul mio cuor
Lascia la bici, dammi i tuoi baci
È tanto bello tanto bello far l’amor
…e io lo stenderò con un sorriso gentile e bello e fatale come la vista di Afrodite.
Ma se una maschietta in bicicletta passer
Vedrai che ognuno là per là
La testa girerà di novanta gradi in avanti, per agevolare la caduta della faccia. Maledette lesbiche con i capelli corti e le spalle larghe! Oh tragica coincidenza, ché dovevo già sapere assai bene che lui niente ha a che spartire con questi luoghi! Altro che fischi per fiaschi! altro che lucciole per lanterne! né ho scambiato l’oro nobile col vile piombo! Ho visto un rovo bruciacchiato e l’ho preso per un fuoco divino! Ah, me misero me tapino! Dal terreno si lascia inghiottire la mia ombra, chiedendo asilo presso Ade, mentre io mi presto fino alla cima dell’erta, dove infine sento abbattersi il martello di Vulcano sull’animo ancora non temperato.
Parte un Pisa-Firenze, ed è un sussulto di etica che m’impedisce d’importunare terzi vessandoli con ritardi ferroviari che non meritano, e fa sì che non mi lasci e cada come corpo morto cade.
E pur nell’autoinganno mi scopro ancora eroe, capace di ingannare me stesso come Bismark Napoleone.
Solo, cambio religione!
Etichette: frammenti di diario mitico
3 Comments:
su su su!
ecchediamine!
piuttosto: hai bisogno di un paio di occhiali nuovi o cosa?
Cara,
dovresti sapere assai bene che da dietro siamo tutti uguali.
Necessito piuttosto di una nuova religione di modo che le divinità favoriscano un'incontro frontale, anche allegoricamente parlando, piuttosto che farmi prendere cantonate...
sul cambio di religione sai che non posso che approvare...
altrettanto dicasi in merito agli incontri/scontri frontali.
eppure la visione da dietro, non devo certo dirtelo io, spesso merita...non a caso il nostro dandy preferito affermava che un fondoschiena veramente ben fatto fosse l'unico legame tra Arte e Natura!
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