08 dicembre 2006

#12 – Flessibili

Come evidenziato dall’immagine, chiamiamo tecnicamente flessibile un tubo. L’inglese – come sempre lingua precisa – direbbe che l’oggetto mostrato nell’immagine è un flexible hose, nella fattispecie un flexible pressure hose, non una manichetta qualsiasi.

Potete trovare una manichetta flessibile a pressione sul retro del vostro lavandino, che porta l’acqua al rubinetto. Attraverso un flessibile passa dunque qualcosa, solitamente un liquido o un gas fluidificato; qualcosa pertanto che può potenzialmente raggiungere una pressione elevata, come appunto l’acqua quando chiudete il rubinetto e costringete improvvisamente tutto quel flusso in un cilindro da dodici, quindici millimetri di diametro.

Ultimamente attraverso il tubo flessibile stanno facendo passare, a pressione elevata e in aumento, la crisi. Sulla natura della crisi come fluido storico rimandiamo ad un post futuro, attendendo il quale potete sempre spulciare qualche paginetta esplicativa di Marx, Karl, Keynes, John Maynard e Sraffa, Pietro (anche Gramsci, Antonio e Lenin, Padredelpopolo male non farebbero). Frattanto, cerchiamo di analizzare la relazione che intercorre tra il flessibile e la crisi. E, siccome siamo filologici, partiamo sempre dal Devoto-Oli.

Flessibile, 1 agg., capace di adattarsi con notevole facilità ad una configurazione curvilinea o ad angolo ◊ Fig., facilmente adeguabile a diverse situazioni o esigenze. 2 Di costituzione che può esser modificata dal potere legislativo con procedura ordinaria. 3 Come sost. masch., macchina utensile con trasmissione adattabile a qls. manovra.

Rileviamo alcuni controsensi fondamentali:

- è assente la definizione di “flessibile” per come mostrato dall’immagine.

- l’idea di fare passare la crisi da o per un tubo è morfosintatticamente differente dall’idea di far passare la crisi con o per mezzo di un tubo, per flessibile che esso possa essere. Controversa e morfologicamente ambigua la posizione di chi vuole fare passare la crisi attraverso un tubo – posizione che direi demagogica o, per lo meno, da propaganda populista eppure, per l’ambiguità che non abbiamo ancora sciolto, non ci potevamo esimere dall’impiegare il medesimo ‘attraverso’ poche righe fa.

La tesi che cercheremo qui di sostenere è assai modesta: dimostrare che comprendendo l’ambiguità dell’espressione corrente “far passare la crisi attraverso l’impiego del flessibile” è possibile sussumere le definizioni determinate di Devoto e Oli sotto la definizione generale proposta dall’immagine di apertura. Tale definizione visiva sarà ovviamente oggetto di torsione retorica e sviluppo dialettico nel corso della dimostrazione.

Dice il Poeta della crisi:

“Quando inizia una crisi è un po’ tutto concesso
Quasi come a carnevale

Quando è in corso una crisi dimentico tutto
E posso farmi perdonare”

(Bluvertigo, La Crisi, in “Zero”, 1999, Sony Music Entertainment)

Si tratta, insomma, di una sorta d’ebbrezza collettiva. Se ne dedurrebbe, di primo acchito, che il fluido che metonimizza la crisi è un qualche alcolico. L’ipotesi è avallata da qualche concrezione sintagmatica frequente nel linguaggio giornalistico e ormai comune: battaglia/crisi del vino, crisi del settore vinicolo, crisi del turismo/mercato enogastronomico, per non elencare i numerosi amari evidentemente prodotti da esponenti del mondo politico italiano in anni recenti (in particolare l’ “Amaro Follini” e la bevanda da aperitivo nota come “Prodino”). L’ipotesi, pur suggestiva, va scartata alla luce di prove empiriche che la mettono, è il caso di dire, in crisi. Rileviamo innanzi tutto che la pluralità di crisi è difficilmente risolvibile mediante l’impiego di un unico flessibile, ma questa è solo un’impressione. Analizziamo invece il testo e atteniamoci ad esso.

L’idea che sia “un po’ tutto concesso” ci rimanda ad un quadro legislativo colabrodo, da parlamentarismo carnascialesco (fatto che qualsiasi tribuna politica mette in mostra con evidenza lapalissiana); l’idea del perdono e della dimenticanza, invece, ad un messianismo cattolicheggiante di matrice tomistica che riprende Platone con una lettura che storpia opportunisticamente Plotino (moda culturale in voga da circa mille anni, evergreen del prêt-à-porter intellettuale). Se il primo garantisce quindi il circensem, il secondo si preoccupa di rinviare perpetuamente ad veniendum il panem. Il che ci riporta, ma con la solidità dell’analisi semiotica, al primo sospetto di populismo: la crisi, che oggi dà l’entertainment e rinvia ad un continuo domani il pane quotidiano, passa attraverso il flessibile ovvero lo attraversa, passando. Nella condizione di essere attraversato dalla crisi, il flessibile è quindi un po’ come le strisce pedonali.

Il rigore logico dell’analisi ci fa così comprendere come tale ambiguità sia una strategia discorsiva del populismo volta a spostare sul futuro l’accrescimento della pressione effettuale con l’illusione di una prossima diminuzione della pressione attuale al quale il flessibile si volge speranzosamente. Tale strategia, essendo sempre in atto, si dice evidentemente ordinaria – di straordinario non ha infatti alcunché.

Si è così sussunta nell’immagine la definizione 2 che Devoto e Oli ci propongono: il flessibile è di costituzione tale che può essere modificata dal potere legislativo – e, aggiungiamo noi, spirituale – con procedura ordinaria. Il senso figurato della definizione 1 segue direttamente: l’avere una costituzione così duttile significa essere facilmente adeguabile ad ogni situazione o– soprattutto, sottolineiamo noi – ad ogni esigenza. Scopriamo quindi, visivamente, che il senso proprio della 1 è in realtà il suo senso figurato, e viceversa, infatti:

La capacità di adeguamento del flessibile si esprime nell’assunzione, ove richiesto, di una forma curvilinea o ad angolo. Potenzialmente, però, il flessibile può contrarsi, espandersi, stirarsi etc… La 1, in senso proprio, è dunque la determinazione particolare della forma più generale che assume la medesima letta da Devoto e Oli in senso figurato.

E d’altra parte i due, poverini, vanno capiti: Devoto è, nomen omen, prono al potere spirituale che, con procedura ordinaria, esige la torsione, la (genu)flessione; Oli, è evidente, è costitutivamente incline alla lubrificazione delle situazioni di attrito e all’agevolazione di scivolamenti e slittamenti, anche semantici (ci si può fidare di un tale dizionario? E, d’altra parte, volgersi al pastiche linguistico rom e infantile dello Zingarelli? Piegarsi all’inclemenza guerrafondaia del Battaglia? Urgerebbero in tal caso, le sottili bende ospedaliere del Garzanti! Quanto al de Mauro, si presenta come dizionario privatista e romanesco, de Mauro e de l’amici sua e de nessun artro, pariolini o trasteverini che siate).

Più complesso il prossimo passaggio, che richiede di spiegare in qual modo un flessibile sia anche una macchina utensile con trasmissione adattabile a qualsiasi manovra, dando in un primo momento l’impressione di essere una specie di stazione mobile di emissione della TV generalista. L’ossimoro “stazione mobile” ci fa notare che ci stiamo sbagliando. La domanda da porci è: com’è possibile far passare una crisi attraverso una macchina utensile con trasmissione etc…? Stante l’ambiguità, tale macchina è contemporaneamente complemento di mezzo della risoluzione della crisi e complemento di moto attraverso luogo del passaggio della crisi. In ultima analisi, qualsiasi mezzo di risoluzione ha radici umane. D’altra parte il passaggio per un luogo implica una superficie, una via, una strettoia, un canale etc… Se nel secondo caso possiamo ancora usare la forma del tubo, nel primo la faccenda si complica poiché si dovrebbe pensare un uomo-tubo o, magari, un uomo-strisce pedonali, la cui capacità di far passare la crisi sarebbe quantomeno dubbia se non totalmente da dimostrare. L’unica soluzione che troviamo a tale aporia è quella della forma “uomo-flessibile”, specie i cui esemplari possono essere incontrati nei più incontaminati paesaggi urbani a qualsiasi ora, in qualsiasi posizione, intenti a qualsiasi attività e avendo assunto le più disparate configurazioni in/organiche. L’immagine risultante è pressappoco la seguente:

Avrete notato che è stato necessario rendere il sostantivo al plurale. Ma d’altra parte questo ci fa uscire dalle pastoie, accennate sopra, di come rispondere con un singolo flessibile ad una pluralità di crisi. Ne segue che il flessibile è imprescindibilmente plurale. I Flessibili. Essi sono attraversati dalla crisi come fossero strisce pedonali e, consentendole l’attraversamento, ovvero, come detto, assumendo su di sé il compito di contenerne l’aumento inesorabile di pressione, l’accompagnano nel suo corso storico senza propriamente risolverla ma, conformemente al dettame spirituale, rinviando tale risoluzione al futuro.

Dei Flessibili Devoto e Oli ci dicono:

Flessibili s. m., pl., Ordine di Echinodermi Crinoidei (Flexibilia) probabilmente derivati da Inadunati diciclici, con peduncolo, privo di cirri, comparsi nell’Ordoviciano, estinti nel Permiano. Ma, precisiamo, evidentemente non estinti: se n’erano solo perse le tracce.

E sfido chiunque a dimostrare che tale descrizione non mette a tacere ogni singulto d’ipotesi contraria!

...e se qualcosa ancora non fosse chiaro giocate a TuboFlex oppure scaricatelo!
(è necessario il plug-in macromedia flash)

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9 Comments:

Anonymous Anonimo said...

tutto questo mi ricorda qualcuno....
....ubie borghesi scoronate deautomatizzando le ipersensibili elocutivizzazioni.....
non ti offendi, vero?, se ti chiamo Ciompa???

09 dicembre, 2006 01:22  
Blogger si-culo said...

Certo che non mi offendo: chiaramente sono stato ispirato moltissimo dal nosto beneamato Ciompa. Ma la lettura della voce 'Flessibili' del Devoto-Oli è stata determinante!!!

09 dicembre, 2006 01:34  
Anonymous Anonimo said...

...Santo Devoto, in effetti, suona bene!:)
e Sant'Oli Vergine ancora meglio!!!! hihihi

09 dicembre, 2006 15:57  
Anonymous Anonimo said...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2006/12_Dicembre/12/bisonte.shtml

12 dicembre, 2006 17:24  
Anonymous Anonimo said...

vogliamo sistemarla 'sta foto????

14 dicembre, 2006 02:27  
Blogger si-culo said...

mumble... provvederemo quando ci riattiveranno la linea telefonica, uffina!

14 dicembre, 2006 13:59  
Anonymous Anonimo said...

e vabbe'....nell'attesa, proporrei un dibattito sul tema:
Stille Nacht
Stille Nacht no.
E se no, che cosa allora?


Saranno gradite eventuali proposte alternative per ovviare alle tensioni decisionali già eccessive in questa fase di isterismo prenatalizio.
Danke

14 dicembre, 2006 18:25  
Blogger si-culo said...

Adesso si vede ammodo? Eh, eh?

15 dicembre, 2006 12:36  
Anonymous Anonimo said...

si vede, si vede...
bella foto, peraltro.....mi ricorda i vermi che collezionevo da piccola.....

16 dicembre, 2006 04:15  

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