#11 - Lotta di Classe, un Elegante Pugnare
Entrò come corpo teso entra. Spudoratezza fatta carne, individuò presto il proprio obiettivo e mosse da subito nella sua direzione, sicuro eppure goffo, goffo d’ansia e di competizione, ladro d’indole risoluta al suo primo appuntamento con un commerciante e i suoi preziosi.
Il commerciante è un fenicio allegro, maestro nella dissimulazione del controllo. Si estende come un odore, come un’atmosfera è assente e presente insieme; certamente è vasto quanto i suoi cinque sensi e per questo completamente disincarnato.
Si diedero presto battaglia perché sin dall’apparire del ladro sulla scena fu evidente a tutti – a tutti coloro che prestassero attenzione, beninteso – che il ladro puntava i beni di un certo commerciante fenicio che faceva spallucce distrattamente, muovendo di contrattazione in rilancio, di negoziazione in baratto, da un tavolo all’altro. E il ladro, goffo e risoluto, spudorato e incauto fino alla sconcezza, si leccava già le mani e il fenicio, troppo preso, sapeva già che quella merce stava per scomparire dal suo bancone ed ebbe un sussulto quando credette, per un attimo, che delinquente e refurtiva s’erano dileguati ma sapeva in fondo che quella merce troppo preziosa non l’avrebbe tradito così banalmente, no, ci voleva un ladro cento volte più esperto. No, a quel ladruncolo teso lo stile non sarebbe bastato. Tutto lo stile del mondo scompare di fronte ad una sola goccia di classe e la classe era tutto ciò che il mercante fenicio aveva, una sola minuscola goccia centellinata nell’arco di una vita, tempismo e risparmio dell’eleganza, esercizio eleate di divisione infinta.
Piombai sul furfante con la nobiltà di un rapace quando sottrae a un felino inesperto la preda che quello riteneva già sua e che prima che se ne possa accorgere è già in alto nel cielo, fuori portata.
Il sorriso della vittoria graffia il volto del fenicio, un taglio che annuncia lo squarcio di delusione per l’ennesimo ladro goffo, e si conoscevano bene stavolta e il fenicio non voleva restarne deluso. Il commerciante sperava di non dovere dare, ancora una volta, prova della sua superiorità, di vedersi smentito, magari surclassato. Invece continua a intrattenere rapporti con la merce, assai più rispettosa delle regole del mercato che qualsiasi ladruncolo votato al mercimonio fuori dalle regole senza le quali, in fondo, non esisterebbe neppure.
Dicono che sia una merce rara, un prodotto di nicchia, per esperti, per intenditori, ma non è così. Spasimo piuttosto per un ladro raro quanto a indole e dote, che non competa ma giochi. Vorrei potere rivolgere la mia attenzione a ciò che è degno di me, meritevole, ma non c’è. Ora capisco il problema di Dio prima che creasse il mondo, povera donna.
Nell’attesa di creare qualcosa – sforzo per compiere il quale manco del tempo sufficiente – rinfodero la mia fiala di classe e torno ai giochi intramondani. Il mio tabellone, frattanto, segna:
Il commerciante è un fenicio allegro, maestro nella dissimulazione del controllo. Si estende come un odore, come un’atmosfera è assente e presente insieme; certamente è vasto quanto i suoi cinque sensi e per questo completamente disincarnato.
Si diedero presto battaglia perché sin dall’apparire del ladro sulla scena fu evidente a tutti – a tutti coloro che prestassero attenzione, beninteso – che il ladro puntava i beni di un certo commerciante fenicio che faceva spallucce distrattamente, muovendo di contrattazione in rilancio, di negoziazione in baratto, da un tavolo all’altro. E il ladro, goffo e risoluto, spudorato e incauto fino alla sconcezza, si leccava già le mani e il fenicio, troppo preso, sapeva già che quella merce stava per scomparire dal suo bancone ed ebbe un sussulto quando credette, per un attimo, che delinquente e refurtiva s’erano dileguati ma sapeva in fondo che quella merce troppo preziosa non l’avrebbe tradito così banalmente, no, ci voleva un ladro cento volte più esperto. No, a quel ladruncolo teso lo stile non sarebbe bastato. Tutto lo stile del mondo scompare di fronte ad una sola goccia di classe e la classe era tutto ciò che il mercante fenicio aveva, una sola minuscola goccia centellinata nell’arco di una vita, tempismo e risparmio dell’eleganza, esercizio eleate di divisione infinta.
Piombai sul furfante con la nobiltà di un rapace quando sottrae a un felino inesperto la preda che quello riteneva già sua e che prima che se ne possa accorgere è già in alto nel cielo, fuori portata.
Il sorriso della vittoria graffia il volto del fenicio, un taglio che annuncia lo squarcio di delusione per l’ennesimo ladro goffo, e si conoscevano bene stavolta e il fenicio non voleva restarne deluso. Il commerciante sperava di non dovere dare, ancora una volta, prova della sua superiorità, di vedersi smentito, magari surclassato. Invece continua a intrattenere rapporti con la merce, assai più rispettosa delle regole del mercato che qualsiasi ladruncolo votato al mercimonio fuori dalle regole senza le quali, in fondo, non esisterebbe neppure.
Dicono che sia una merce rara, un prodotto di nicchia, per esperti, per intenditori, ma non è così. Spasimo piuttosto per un ladro raro quanto a indole e dote, che non competa ma giochi. Vorrei potere rivolgere la mia attenzione a ciò che è degno di me, meritevole, ma non c’è. Ora capisco il problema di Dio prima che creasse il mondo, povera donna.
Nell’attesa di creare qualcosa – sforzo per compiere il quale manco del tempo sufficiente – rinfodero la mia fiala di classe e torno ai giochi intramondani. Il mio tabellone, frattanto, segna:
Piss-ano aka the Shopkeeper 1
Niss-ano aka the Shoplifter 0
Etichette: frammenti di diario mitico
4 Comments:
ciao amore, splendido post ma nn ho tempo di commentare sto partendo x looooondra..x un po' nn avrai mie notizie, poi se senti al tg ke si è formato un nuovo ceppo virale di epatite in un individuo di 25 anni che aveva avuto piu di 100 rapp sessuali in un mese..beh, potrei essere io.ti scrivo quando posso.
kisses
non male....da un lato ti ci vedrei proprio nei panni di Epidemaïs....magari tu hai un po' meno panza....ma cissà...con gli anni....
;)
Darling, sweetheart, chèrie, sangu miu: vedi che se non ti fai sentire manco per imeil ti rompo le corna e colpi di quarti di crasto (i tuoi quarti, ndr). E mi raccomando: fa' da apripista (si noti l'uso dell'imperativo in luogo di un più formale congiuntivo esortativo pleez)
Cara mimina (ma queste passioni insane per gli uomini grassi e passivi?) No, scusa: da che lato? da dietro, suppongo, ché visto che siamo tutt_ uguali certamente da quel lato mi confondi con qualcun(')altr_! [gente, la grafia della lingua genericamente corretta è a tratti un delirio!!!]
....da un lato....uno qualsiasi...insomma, quello che preferisci tu....destra, sinistra...leghista....oddio, no! leghista meglio di no, eh?
magari da sopra....o preferisci sotto, o dietro??eh?dimmelo, dai, che preferisci da dietro....porcellin_!!!
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