15 gennaio 2007

#16 - No Future

Mentre Giuliano Ferrara intervistava ancora una volta il nulla incarnato – che apoteosi di nichilismo! – stavolta nella persona di Daniela Santanché (“io non voglio dare parola a quanti fanno danno all’Italia, agli italiani e alle italiane…” no cara, non dovesti dar loro parola, infatti: è molto meglio, per te e per loro, se gliela dai e basta), io mi stavo interrogando sul mio futuro. D’altra parte ascoltare la Santanché intervistata da Ferrara e dipanare le nebbie nauseabonde del proprio futuro sono tra loro altrettanto compatibili che leggere un buon libro mentre metri e metri delle proprie viscere sono impegnati in attività meno nobili ma non per questo eludibili.

Ponderavo, quindi, le possibili risposte alla domanda “Che fare?”. Abbiamo, nell’ordine, a) il precariato a vita; b) l’emigrazione; c) una promettente e rischiosa carriera criminale; d) il suicidio.

Ho stabilito che il precariato non mi piace, e poi comunque non è una soluzione soddisfacente: si limita a rinviare un nuovo porsi della medesima domanda per la durata di un contratto di lavoro. E siccome uno di solito ne ha tre contemporaneamente a scadenze equidistanti…

L’emigrazione pare la strada più facile, ma uno lo fa se se lo sente, e poi non è mica detto che si trovino condizioni di vita migliori. La carriera criminale, di contro, prospetta grande benessere materiale ma altrettanto grandi rischi e, in fondo, non è meno precaria; certo, garantisce un maggiore edonismo, che male non fa… - e dove mai s’è sentito di un edonismo che fa male, direte voi? E mi avreste colto in fallo…

Poi c’è il suicidio, tema già trattato in queste pagine, che ha l’enorme vantaggio, specie rispetto al precariato, di risolvere il problema mettendoci per sempre una pietra sopra. Ma ha questo fastidioso difetto che è l’irreversibilità, e non ci sono abituato.

Nello sforzo di trovare infine una soluzione di compromesso, ho massimamente apprezzato la tensione filosofica alla sintesi, pervenendo ad una valida soluzione dell’arcano: e se facessi un attentato suicida negli USA?

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4 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Potresti sempre diventare uno di quei filosofi ex freak in doppiopetto che lavorano nelle industrie farmaceutiche etc.
Basta che abbandoni l'idea del suicidio, che non ci piace neanche un po' (all'oca, alla mucca, al capo, a nw...e la lista continua).

Al massimo possiamo dire mal comune mezzo gaudio. O se preferisci, siamo tutti su una stessa barca. Meglio un uovo oggi che una gallina (morta) domani.. e così via.

15 gennaio, 2007 22:32  
Anonymous Anonimo said...

frasi fatte a parte, l'idea non è malvagia...basterebbe, poi, un semplice ritocco al plot di base per ottenere un risultato sufficientemente soddisfacente, che richiamerà l'attenzione sull'opzione "precariato" gettandovi nuova luce.
Infatti, se alla proposta "e se facessi un attentato suicida negli USA?" sostituissimo "e se convincessi qualcuno a fare un attentato suicida negli USA?" otterremmo un effetto rimarchevole, che eliminerebbe il precariato grazie alla conseguente assidua fase di addestramento del "qualcuno", mantenendo l'effetto estremamente interessante della formula: attentato+suicida+USA.
Si noti inoltre come questa proposta eliminerebbe alla radice il rischio di perdere colui che tutti noi riteniamo ormai uno dei più promettenti, validi e preziosi blog creator.
Ma procediamo con ordine.
Dalla teoria alla messa in atto il passo è breve: è sufficiente individuare un essere umano adeguatamente antipatico e convincerlo del contrario.
L'arte oratoria del nostro piss-ano non mancherà di assi nella manica e l'impresa da conseguire sarà per lui continuo stimolo a migliorare le sue capacità elocutive.
Nel caso poi la persona presenti evidenti caratteristiche di narcisismo la procedura risulterà quanto mai semplificata.
Una volta individuato il soggetto adatto, tutti gli sforzi saranno mirati a convincerlo della fondata probabilità che egli sia un dio il cui destino ormai è scritto: glorificare se stesso salvando il mondo! Il suo sacrificio in terra straniera infatti, da un lato, gli otterrebbe una immediata e sempiterna santificazione; dall'altro risulterebbe potente rimedio contro tutti i mali del mondo, a partire dalla fame, attraverso l'isteria, fino ad arrivare all'emicrania, all'acne, nonché al prurito pubico.
A questo punto il nostro Narciso non avrà bisogno d'altro: spiccherà il volo alla volta degli States e compirà il gesto estremo, fiero del suo brillante momento di gloria, ma anche umilmente riconoscente, in cuor suo, al mentore che è riuscito a risvegliare in lui l'orgoglio sopito.

Insomma: un massimo risultato, con un minimo sforzo....

17 gennaio, 2007 02:00  
Blogger si-culo said...

...grande NW, mi piace!
Insomma basta che trovo uno ricco e un po' stupido ma non troppo, me lo sposo con i PaCS, mi faccio intestare tutta l'eredità e poi lo mando a fare tutto il bene possibile... tanto il reato di plagio è stato cancellato anni fa e, col fatto che c'è la torre, non bombarderanno mai Pisa!

Mi sembra un progetto più realistico di 3 contratti co-co-co simultanei con i quali tirare la carretta. E poi ho sempre sognato di vivere di rendita! ^_^

17 gennaio, 2007 10:22  
Anonymous Anonimo said...

non male vero?
giàgià...ma mi raccomando: nel caso...
non dimenticaaaaarrrr, plis don forghe' ju aaaaarrrrr mai darliiiiiin!!!!!!

17 gennaio, 2007 23:32  

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